Descrizione
Pompia Liquore di Cedro Va.Len. Orosei
Le origini della Pompia
Le origini di questo frutto giallo sono misteriose, potrebbe assomigliare al cedro, ma non ne possiede completamente le caratteristiche. Si direbbe il risultato di qualche esperimento di biogenetica naturale non ben riuscito, una specie di ibrido naturale. I frutti hanno una importante circonferenza, sono molto più grossi di un cedro, pesanti, la buccia è spessa e bitorzoluta, di colore giallo intenso. La raccolta è manuale ed avviene dalla metà di novembre fino a gennaio. Altra stravaganza: si vende non a peso, ma a dozzine. La pompia viene citata, per la prima volta, in un testo di agronomia e botanica risalente alla fine del diciottesimo secolo.
Il frutto è appiattito ai poli, con buccia rugosa e ricca di tubercoli ed ha un contenuto zuccherino modesto. La polpa è costituita da spicchi ben separabili. Ha un odore aspro e pungente, il succo è amaro, dal sapore acido ed è impensabile farne bibite o spremute. La parte bianca, la sottoscorza, viene usata per ottenere canditi casalinghi. Nella preparazione dei dolci la scorza viene eliminata, ma non si butta: si utilizza per estrarne un liquore, il liquore di pompia, di gradazione alcolica 26°, che viene servito ghiacciato.
Il legame con il territorio
Ha un fortissimo legame storico con Siniscola dove viene usato per la preparazione di due dolci tradizionali “sa Pompia Intrea” e “s’aranzata”. Dolci sempre presenti in occasione di importanti cerimonie, regalo esclusivo per i padrini dei propri figli e per i testimoni di nozze.
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